Il ruolo del settore turistico italiano sull’economia
La diffusione del COVID-19 ha portato a numerosi cambiamenti in tutti i settori economici italiani. Con pensanti ripercussioni in quello turistico italiano e mondiale.
Tra i più colpiti c’è sicuramente il settore turistico, che sin dai primi momenti della diffusione del virus, ha subito un duro colpo a causa dell’ingresso dell’Italia nell’occhio del ciclone del contagio. Di conseguenza, l’espansione della pandemia ha portato a una disdetta di massa da parte dei viaggiatori provenienti da tutto il mondo diretti nella penisola, le cui gravi ripercussioni finanziarie sono ancora difficili da valutare. Infatti, Le restrizioni delle attività e dei movimenti interni necessari per contenere la diffusione del contagio sul territorio graveranno sull’afflusso turistico straniero e connazionale.
Tempestivamente, l’ISTAT ha presentato un rapporto sui dati del settore turistico italiano; fondamentali per fornire un quadro chiaro dei trend precedenti e delle ripercussioni del COVID-19.
Per aiutare a capire i danni economici, i dati presentati dall’ISTAT forniscono una chiara overview delle principali caratteristiche del turismo in Italia in modo da analizzare i riferimenti e valutare i danni economici dovuti all’emergenza attuale.
I dati parleranno di 4 fattori importanti:
- L’afflusso dei turisti sul territorio
- Tipo di struttura per categoria di visitatore
- Impatto della struttura sulla spesa pro capite
- Regioni con numero di visite maggiore
Il quadro si presenta con più di 2,4 milioni di unità. Impiegano 13,6 milioni di addetti, pari al 9,5% del totale degli occupati nell’industria e nei servizi. L’Italia è il primo paese per numero di imprese (circa 15% del totale Ue-28), seguita da Francia (13,9%), Spagna (12,9%) e Germania (10,6%).
Il numero di presenze del settore turistico
Nel 2019 l’Italia si colloca al quarto posto tra i paesi Ue per numero di presenze di persone ospitate; preceduta da Spagna, Francia, Germania e Regno unito; rappresentando quasi il 70% delle presenze complessive dell’Unione Europea (più di 3,2 miliardi, con un +2,4% rispetto al 2018)
Nel 2019, le oltre 200mila strutture ricettive presenti sul territorio italiano hanno registrato quasi 433 milioni di presenze; con un aumento dell’1,2% rispetto al 2018. Tale dinamica significa una leggera decelerazione sostenuta che si inverte nella parte finale del 2019.
Il numero di turisti stranieri è di poco superiore a quella degli italiani (50,4%). La Germania rappresenta la principale nazione di provenienza con una quota del 27% nel 2018 (60 milioni di presenze). Seguono, i turisti provenienti da Stati Uniti, Francia e Regno Unito (tutte intorno al 6,5%) e quelli provenienti da Paesi Bassi, Svizzera e Austria (circa 5%). I turisti cinesi hanno raggiunto nel 2018 circa 5,3 milioni di presenze, più che quadruplicate rispetto al 2008.
Preferenze delle strutture
Rispetto agli italiani, i turisti stranieri utilizzano in misura superiore strutture ricettive alberghiere (il 65%). I clienti extraeuropei (cinesi, giapponesi, statunitensi, brasiliani, canadesi ed australiani) prediligono le sistemazioni di categoria superiore (4 e 5 stelle); per un totale del 43,4% per gli australiani a oltre il 70 % di cinesi e giapponesi. I tedeschi mostrano invece una preferenza per alberghi di categoria inferiore oltre ai campeggi e villaggi turistici. Olandesi e danesi, scelgono invece campeggi e villaggi turistici come prima tipologia di alloggio, con quote pari, rispettivamente, al 50 e al 39,3 per cento.
La spesa pro-capite turistica
La graduatoria dei paesi per spesa turistica risulta molto differente rispetto a quella per numero di presenze. I giapponesi, cinesi e canadesi spendono in misura maggiore, anche al netto della voce trasporti, generando flussi monetari rilevanti; un turista giapponese “vale” quanto cinque tedeschi, con 2.453 euro contro 514 euro. Considerando la spesa pro-capite giornaliera, giapponesi, cinesi e canadesi si attestano su valori superiori a 150 euro al giorno; con i primi che fanno registrare il valore più elevato (232,4 euro al giorno), a fronte degli 89 euro di spesa giornaliera dei tedeschi.
L’alloggio è la voce di spesa più rilevante in questo contesto, con una quota tra il 30 e il 50% della spesa complessiva
In termini pro-capite; i giapponesi spendono oltre 116 euro al giorno per l’alloggio, seguiti poi da cinesi e canadesi (circa 67 euro). La ristorazione di: francesi, svedesi e olandesi dedicano alla ristorazione un quarto della propria spesa giornaliera. Per quanto riguarda, infine, gli acquisti di beni, le quote di spesa più elevate si registrano per i cinesi; (21,8 per cento della spesa giornaliera), primi anche in termini di valore (circa 33 euro), seguiti da giapponesi e russi (poco sotto i 30 euro).
La distribuzione sul territorio dei turisti
Le regioni che accolgono il maggior numero di flussi turistici sono il Veneto (16,1 per cento delle presenze complessive), la Toscana (11,1 per cento), l’Emilia-Romagna (9,5), la Lombardia (9,1) e il Lazio (8,6 per cento). In queste cinque regioni si concentra il 60 per cento del valore aggiunto delle unità locali afferenti l’intera industria turistica; oltre che il 54,4 per cento delle presenze turistiche in Italia (il 48,7 per cento di quelle relative ai clienti residenti e il 60,0 per cento di quelle dei non residenti). Alcuni territori italiani sono meta prevalente per gli stranieri; tra questi la Provincia autonoma di Bolzano (69,0 per cento), il Veneto (67,7 per cento), il Lazio (62,3 per cento) e la Lombardia (60,0 per cento).
Alcune regioni del Centro e del Sud, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale. Roma è la principale destinazione con circa 29 milioni di presenze (6,8 per cento del totale nazionale; 4,1 per cento del turismo domestico e 9,4 per cento di quello straniero); seguono Venezia, Milano (entrambe con circa 12,1 milioni di presenze, pari al 2,8 per cento sul totale nazionale) e Firenze (con 10,6 milioni, 2,5 per cento).
Innovazione come risposta
I dati riassunti costituiscono uno strumento molto utile per comprendere quantitativamente quanto il settore turistico sia importante per la nostra nazione. L’emergenza sanitaria ha portato cambiamenti drastici nella nostra quotidianità e nel breve periodo bisognerà cercare nuove soluzioni per poter reggere il contraccolpo causato dal Coronavirus.
Nel lockdown mondiale, la strategia digital arriva in soccorso delle imprese turistiche. Oggigiorno infatti quest’ultime possono cogliere l’opportunità di far viaggiare i propri clienti attraverso il loro computer. Un esempio interessante è la proposta di Airbnb. L’azienda ha infatti lanciato da pochi giorni la sezione “online experience” che permette alle persone di acquistare e provare esperienze di viaggio direttamente dalla propria abitazione.
Le esperienze digitali di Airbnb spaziano da lezioni di cucina marocchina a meeting con atleti vincitori di medaglie olimpiche, in vaste di coach per insegnare a strutturare le correte strategie per il raggiungimento dei propri obiettivi.
In conclusione
I dati presentati ci offrono un ottimo punto di partenza nella comprensione dell’andamento del settore turistico italiano. Con questa emergenza sarà necessario adoperare un cambiamento per poter sostenere le attività nel breve periodo e riuscire a superare l’emergenza della epidemia.
È quindi chiaro il forte impatto che il COVID-19 avrà su viaggi e turismo, ma noi siamo certi che il settore si riprenderà nel lungo periodo. Quella del viaggio è infatti una delle industrie più grandi e resistenti.
Successivamente sarà interessante quindi fare un confronto della situazione pre e post emergenza e capire quantitativamente come siamo stati in grado di affrontare questa sfida che ci si è presentata.
Airbnb ha già fatto il primo passo di innovazione turistica digitale. Voi invece come affronterete l’emergenza COVID-19?